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Misure super-precise della fuga di cervelli italiana.

E’ il ritornello stonato della comunità scientifica italiana. I cervelli in fuga dall’Italia si distinguono nelle istituzioni di culturali di tutto il pianeta.Il Bel Paese si inaridisce, mentre suoi figli coltivano il progresso e ne raccolgono i frutti in terra straniera. E’ così che la fisica mondiale abbatte gli ultimi ostacoli alla possibilita’ di ottenere misure super-precise, tanto da poter studiare l’attivita’ elettrica del cervello con un dettaglio senza precedenti. Il risultato, pubblicato su Nature, ha una firma italiana, quella del fisico Mario Napolitano, che dopo aver studiato a Napoli si e’ trasferito in Spagna, nell’Istituto di Scienze fotonica di Castelldefels.Da tempo la fisica quantistica e’ alla base delle misure di alta precisione, come quelle fatte dagli orologi atomici che sono il cuore dei sistemi di navigazione satellitare, della misura della gravita’ terrestre o dei campi magnetici. Misure come queste sono possibili grazie a strumenti capaci di rilevare differenze impercettibili: ogni strumento ha un’imprecisione intrinseca che e’ possibile ridurre progressivamente finche’ non si entra nel mondo delle particella. E’ qui che si incontra quello che finora e’ stato considerato un limite invalicabile: la cosiddetta ”barriera di Heisenberg”. Si tratta, spiega Napolitano, di ”una derivazione del principio di indeterminatezza di Heisenberg, secondo il quale non si possono conoscere tutte le proprieta’ di una particella con una precisione infinita. Resta, insomma, un’incertezza”. Da qualche anno si cercava di mettere in dubbio questo principio e adesso il gruppo spagnolo diretto da Morgan Mitchell ci e’ riuscito: ”abbiamo dimostrato – dice il ricercatore – che il limite vale solo se i fotoni agiscono in modo indipendente l’uno dall’altro.Ma se, come nel nostro esperimento, si utilizza un’interazione tra fotoni nel momento in cui si fa la misura, diventa possibile migliorare la precisione”.Avere superato l’ostacolo ora permette di mettere a punto magnetometri di nuova generazione, capaci di rilevare correnti elettriche molto deboli. Strumenti di questo tipo potrebbero essere utilizzati nel campo delle neuroscienze. ”I sistemi attuali per studiare il funzionamento del cervello – spiega Napolitano – hanno una precisione sufficiente per osservare fenomeni vistosi, come le aree che si attivano durante un attacco epilettico. Strumenti piu’ sensibili e precisi potrebbero aprire nuove strade, permettendo di studiare il cervello in situazioni normali”.